Romania: C’è il rischio di chiudere il settore dei Giochi
C’era una volta… uno Stato nel quale tante aziende avevano pensato di installare le proprie imprese di gioco non perché quella realtà fosse un “paradiso fiscale”, ma semplicemente perché la tempistica ed i costi per far partire una nuova attività erano del tutto diverse da quelle del “luogo di appartenenza”.
Ciò comportava un grande risparmio sia di danaro che di tempo, entrambe cose che avevano spinto parecchi imprenditori del gioco ad investire proprio in Romania anche in virtù della normativa sul gioco che seppur restrittiva dava la possibilità di muoversi aziendalmente con una certa libertà.
Cosa che, per esempio, nel nostro Paese non esiste proprio considerato che è parecchio complicato nell’italico sistema-gioco aprire una nuova impresa ludica dovendo stare attenti ai vari “paletti” che vengono posti ai concessionari del gioco pubblico. Dunque, la Romania offriva “ospitalità aziendale” di un certo pregio e non per evadere le tasse, “ci piace” sottolinearlo ancora, ma soltanto per mera “praticità”.
Ma ricominciamo da capo la nostra storia rumena che oggi si scontra con l’attualità di una proposta legislativa avviata dal Governo che sta suscitando serie preoccupazioni nell’industria a causa di alcune modifiche significative che la stessa propone.
Un Paese che rischia di essere tagliato fuori
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Proposta che non tocca soltanto l’industria locale ma va ad impensierire anche le società europee che “usavano proprio la Romania” come canale di ingresso sul mercato internazionale. Per spiegare meglio, si intende precisare che i fornitori di servizi come piattaforme e tecnologie per il gaming operanti per mezzo di una licenza conseguita su quel territorio in modo veloce ed economico riuscivano ad ottenere il diritto di lavorare sia sul mercato europeo che su quello internazionale.
E ciò non sottraendosi ai criteri di sicurezza e di affidabilità, ma risparmiando molte risorse come si diceva poc’anzi sia di tempo che economiche: la legislazione rumena aveva introdotto una regolamentazione rigorosa e complessa, ma snella. Di certo elemento importante sopratutto per quello che riguardava il rilascio delle licenze.
Infatti, il rilascio delle stesse veniva contemplato per tutti i soggetti che operavano sul mercato, anche le società di affiliazione, che in altre realtà non hanno diritto purtroppo a questo titolo, salvo in eccezioni rarissime. E se si pensa che l’affiliazione è uno “strumento” che ha preso parecchio piede è evidente che la scelta poteva essere stata indirizzata verso la normativa rumena decisamente scorrevole.
Ma ciò faceva parte della vecchia regolamentazione sul gioco, ed ora “il banco rischia di saltare” perché le modifiche che verranno applicate non sono per nulla positive: quanto meno rispetto alla normativa precedente che poteva contemplare diversi interessi e che aveva fatto probabilmente registrare un incremento per l’economia della Romania.
Il mercato ludico Rumeno è in fermento
Ma “i bei sogni” sono destinati a finire presto ed ecco, quindi, che ci si trova a confrontarsi con queste modifiche che si vogliono sunteggiare giusto per sapere se possono assumere le sembianze di “lupo cattivo” e rovinare la nostra bella storia ludica.
Per valutare le modifiche previste serve sottolineare che sembrano studiate per fronteggiare il crescente bilancio in rosso della Romania ed orientate alla necessità di combattere l’evasione fiscale, contrastare l’incedere del gioco illegale che anche in quel Paese “fa la voce grossa” e rafforzare ulteriormente la normativa seppur “restringendola” per proseguire verso il gioco d’azzardo responsabile, obbiettivo primario della maggior parte delle realtà che tendono a rendere il settore del gioco sempre più consapevole e socialmente utile.
D’altra parte, il fenomeno del gioco attraversa tanti Paesi ed in tutti si dimostra un comparto ricercato con piacevolezza dai suoi fruitori che, per fortuna, sono quasi tutti liberi da una possibile dipendenza dal gioco, ma sono soltanto soggetti che intendono divertirsi ed intrattenersi per vivere in leggerezza i momenti liberi a disposizione con i propri giochi preferiti.
E per questo si cerca di regolamentarlo il meglio possibile, cercando anche di mantenere gli introiti che lo stesso settore può produrre per le proprie realtà.
Ma ritorniamo alle modifiche proposte nella nuova normativa: la principale appare quella che introduce l’obbligo per gli operatori di gioco online di essere società registrate in Romania, mentre la legislazione in essere consente agli operatori stabiliti in qualsiasi territorio della SEE (Spazio Economico Europeo) di richiedere la licenza per il gioco d’azzardo online senza essere tenuti a richiederla a mezzo di una società locale.
Si cerca di nazionalizzare il settore dei Giochi
Molti degli operatori che ad oggi sono operanti in Romania non hanno lì la sede e se il progetto verrà convertito in legge solo le società rumene potranno richiedere la licenza per il gioco d’azzardo, classe I: ciò ha lo scopo di garantire che i profitti ottenuti da questi operatori siano tassati anche in Romania.
In ragione di questa modifica, gli operatori esistenti già in grado di operare nel gioco d’azzardo con sede nel SEE, dovranno costituire una società locale rumena entro sei mesi dall’entrata in vigore di questa nuova bozza: in caso di mancata presentazione, si incorrerà nella revoca della licenza.
Il progetto di legge prevede che gli operatori del gioco online siano obbligati a dimostrare che la società attraverso la quale viene svolta l’attività ludica in Romania sia effettivamente registrata in Romania: cosa che probabilmente andrebbe ad incidere soltanto sul costo del processo annuale di autorizzazione, dato che la licenza viene rilasciata per un periodo di dieci anni.
Regole precise da seguire alla lettera
Una prima precisazione riguarda gli operatori di gioco rumeni che devono essere in possesso sia di una licenza di gioco che di un’autorizzazione per poter operare in Romania. Ed una seconda precisazione riguarda i sistemi di comunicazione ed i sistemi informatici centrali degli operatori online che dovranno essere ubicati sul territorio rumeno, mentre la normativa attuale consente di essere ubicati nel territorio di qualsiasi altro Stato del SEE.
Infine, la terza precisazione e quella forse che interessa maggiormente è che il progetto contempla un aumento vertiginoso dei contributi per il gioco responsabile: per il gioco online aumenterà da 5mila euro a 200mila euro mentre per le società che forniscono servizi accessori del gaming saranno obbligate a versare 15mila euro all’anno rispetto ai 1000 euro attuali… e qualche “piccola differenza” in effetti sembra esserci!
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro