Regno Unito: Le scommesse sportive si autoregolamentano
La velocità e la pragmaticità dell’accordo intervenuto in termini “sufficientemente brevi” dovrebbero lasciare il nostro Regolatore “con un palmo di naso” (con tutto il rispetto possibile, ovviamente) visto e considerato che i nostri italici operatori sono da parecchi anni che richiedono la rivalutazione del nostro divieto della pubblicità ai giochi ed alle scommesse contenuto nel famigerato Decreto Dignità “di buona memoria”.
Invece, il Governo del Regno Unito e le società di calcio della Premier League sono riusciti a trovare un accordo per questo argomento spinoso non solo nel nostro Paese ed hanno trovato l’intesa di non far apparire tale pubblicità nella parte frontale delle maglie dei giocatori, lasciando invece la possibilità di farla apparire altrove con altri mezzi.
E si può dire che questa “autoregolamentazione” sia stata accettata di buon grado e con grande soddisfazione dal Governo poiché questo era uno “scoglio” piuttosto antipatico da “circumnavigare”.
Il Calcio Inglese è all’avanguardia
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Evidentemente, le società del calcio inglese hanno ritenuto meno dannosa questa scelta piuttosto che vedersi imporre magari una regolamentazione ancora più severa. Inoltre, con questa decisione autonoma non si potrà mai imputare al Governo britannico di essere stato severo e di aver “imposto un divieto totalitario”: si potrebbe addirittura sottolineare che il mondo del calcio inglese, esagerando nella locuzione, ha assunto “una decisione salomonica” che mai avrebbe potuto, assai probabilmente, essere presa in Italia dove purtroppo ognuno “scarica” la responsabilità su altri.
Abitudine di certo cattiva, ma parecchio praticata nel nostro Paese. Così, proprio per evitare un male peggiore, e seguire il relativo percorso, con una razionalità invidiabile i Club della Premier League hanno preso la drastica decisione di vietare dall’estate 2026 gli accordi di sponsorizzazione con gli operatori di gioco: la conseguenza di ciò è quella di non far apparire la pubblicità sulla parte frontale delle maglie dei giocatori, consentendola però sulle maniche delle maglie e sui cartelloni pubblicitari a bordo campo.
E non vi è alcun dubbio che questi ultimi siano alquanto visibili sia “di presenza allo stadio” che in TV durante la trasmissione delle partite. Ad essere obbiettivi era una decisione che era già nell’aria in quanto il confronto tra i “due contendenti” era aperto ormai da troppo tempo e nel Regno Unito i rapporti con il gioco sono sempre stati molto precisi, corretti e di estremo rispetto: probabilmente, la decisione si è leggermente accelerata visto che a breve il Governo dovrebbe far nascere il famoso “Libro Bianco” con le istruzioni per il riordino del gioco contemplando regole forse più restrittive riguardo alla pubblicità.
Una riflessione per quanto rigurada l’Italia
Dunque, il calcio si è mosso prima “scartando” le mosse istituzionali che avrebbero potuto “fare più male” a tutti i suoi protagonisti. Oggi sui 20 Club di Premier League, otto società hanno come sponsor il gioco d’azzardo, cosa che ha un valore stimato di circa 60 milioni di sterline l’anno che al cambio con l’euro si possono valutare circa 70 milioni.
Una riflessione che indiscutibilmente sorge spontanea è il confronto con il fare del nostro italico calcio che non è riuscito neppure ad instaurare una sorta di confronto con le istituzioni almeno per rivedere il divieto totalitario del gioco: tanti colloqui che hanno lasciato vivo il problema, che tocca anche il settore delle scommesse sul calcio nei siti sicuri con licenza ADM, senza che uno dei due contendenti volesse assumersi davvero la responsabilità di mettere sul piatto un’alternativa realistica e praticabile.
Ma d’altra parte il nostro Governo centrale, prima della decisione recente di procedere verso il riordino nazionale del gioco, e quindi nei soggetti che partecipavano al vecchio Governo Draghi, non avevano mai voluto instaurare ed aprire trattative per arrivare davvero ad “un dunque definitivo”: tante parole, come al solito tante promesse e l’italico mondo del gioco con tutte le sue attività è ancora in ostaggio di questo divieto.
E ciò anche se il Governo centrale si è reso conto (od almeno si spera) degli enormi scompensi economici che questo provvedimento così proibizionistico ha causato al settore, ma anche ai giocatori che senza la pubblicità a volte sono tratti in inganno e non riescono a scegliere quale sia un punto di gioco legale e quale non lo sia affatto.
Troppi problemi legali alla pubblicità
E qui si è andati a spaziare troppo sulla nostra “problematica pubblicitaria”: quindi per ritornare invece a ciò che accade nel Regno Unito “ci piace” riferire cosa si legge in riassunto sul sito della massima serie calcistica inglese in merito alla dichiarazione rilasciata dai Club di calcio.
“I club della Premier League hanno oggi concordato di ritirare la sponsorizzazione del gioco d’azzardo sulla parte anteriore delle maglie dei giocatori diventando la prima lega sportiva ad adottare questa misura volontariamente al fine di ridurre la pubblicità del gioco d’azzardo”.
Si pensa che ciò farà senz’altro “scalpore” essendo veramente una decisione presa in tutta autonomia ma che andrà a toccare gli introiti che tali contratti, tra calcio e gioco d’azzardo, rappresentavano con cifre del tutto considerevoli. Cifre che al momento “mancheranno” alle Società calcistiche posto anche che questi rapporti e questi contratti simbiotici si protraevano da tanto tempo e sempre con risultati economici decisamente cospicui.
Tutto lo sport Britannico beneficia di questa cosa
Ma non è tutto qui: questa forma di autoregolamentazione comprende anche un percorso che ha intrapreso la Premier League con altri sport e si riferiscono allo sviluppo di un nuovo codice per la sponsorizzazione responsabile e consapevole del gioco d’azzardo che -come detto- coinvolge non soltanto il calcio, ma anche altri sport che beneficiano di questi rapporti con il gioco.
Più si prosegue nel vedere che lo stesso gioco è un intrattenimento molto ricercato ed anche frequentato, più deve farsi largo il principio che questo rapporto tra gioco e sport deve essere visto e considerato in modo diverso: con più paletti a tutela della salvaguardia delle persone fragili e dei soggetti facilmente influenzabili.
Ormai il gioco non è più un comparto di nicchia e seguito da pochi: e questa escalation sociale va regolamentata al meglio e con maggiore consapevolezza da parte di tutti. Indipendentemente dagli interessi economici di ogni comparto che partecipa a questi accordi.
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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