Pubblicità ai Giochi: Vediamo cosa fanno gli altri Paesi
Anche se “ci piace” pensare che sia giusto parlare tanto del divieto “totalitario” della pubblicità al gioco sopratutto in questo periodo foriero e possibilista sul riordino dell’intero settore dei giochi, “ci piace” anche curiosare come si sono comportate altre realtà europee sempre nei confronti di un divieto pubblicitario simile al nostro.
Quando nel 2018 il Governo Conte ha introdotto il divieto di pubblicità al gioco con vincita in danaro inizialmente tale comportamento istituzionale veniva condiviso, almeno a parole, da numerosi nostri vicini europei anche se da un lato ammiravano tale intervento decisamente forte, dall’altro non pensavano minimamente di applicare un provvedimento così totale come era stato fatto nel nostro Paese: senz’altro dopo aver valutato gli introiti che la pubblicità stessa poteva far incassare ai rispettivi Governi ed alle aziende coinvolte.
Sicuramente il Decreto Dignità aveva smosso le italiche coscienze sulla tanta pubblicità al gioco d’azzardo che poteva anche arrivare sugli strumenti usati dai giovani in modo continuativo.
Decreti proposti ma mai attuati
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Cosa quest’ultima che, prima di qualsiasi altra considerazione, aveva convinto l’Esecutivo in carica, sostenuto dalla Lega e dal Movimento Cinque Stelle, a varare un decreto con la “velocità della luce” così proibizionistico e che non lasciava spazio ad alcun diverso tipo di interpretazione.
In ogni caso il Decreto Dignità, sin dal momento della sua scesa in campo, aveva destato curiosità ed attenzione da parte delle realtà vicine al nostro Paese che avevano adottato regole senz’altro meno stringenti per disciplinare la pubblicità del settore senza arrivare assolutamente mai al divieto totale come è stato fatto invece in Italia.
Ed è proprio per questa ragione che qui si vuole fare una “carrellata” di interventi su questo argomento relativa ai comportamenti messi in campo dai Paesi viciniori all’Italia e valutare la loro “giustezza” oppure se oggi si riesce ad essere pienamente soddisfatti del nostro italico provvedimento (che chi scrive ha sempre considerato di certo troppo limitativo e proibizionistico).
Tanti Paesi tanti modi d’interpretare le Normative
Ci si trasferisce, quindi, in Spagna che alla fine del 2020 ha approvato un decreto sull’argomento entrato in vigore nel successivo mese di agosto 2021, dove i messaggi pubblicitari collegati al mondo ludico -e per primi alle scommesse- venivano consentiti soltanto sul web, social network e posta elettronica.
In contemporanea, veniva deciso che sulle divise sportive, negli stadi e nelle competizioni i marchi degli operatori del gioco non potevano comparire: altresì veniva vietata in radio e TV tranne tra l’una e le cinque del mattino, la pubblicità a mezzo dell’immagine di personaggi famosi e venivano anche vietati i famigerati “bonus di cattura”, tanto ricercati e graditi dai giocatori di tutto il Pianeta.
In seguito, nell’ottobre 2022, la Spagna ha emesso un nuovo decreto relativo alla riforma del gioco pubblico nella quale si estendevano limitazioni per la pubblicità degli operatori del settore che avrebbe dovuto avvenire nel rispetto della responsabilità sociale: ma assolutamente non un divieto totalitario.
Soltanto dalla metà di quest’anno sono entrati in campo i limiti alla pubblicità al gioco in Belgio ed in Olanda laddove gli operatori non potranno fare pubblicità su TV, radio e su giornali, mentre viene vietata la pubblicità negli spazi pubblici, come cartelloni pubblicitari e pensiline negli edifici dove può accedere il pubblico.
Viene toccato anche il gioco d’azzardo terrestre
Tale disposizione comprende anche la pubblicità nei casinò da gioco, nelle sale giochi dove esistono le slot machine con soldi veri, nei cinema e nei caffè. Mentre può continuarsi la pubblicità nel gioco online, per corrispondenza diretta, TV e social media anche se sottoposta a “rigorose condizioni”.
Anche qui si deve sottolineare che non si tratta di un divieto totale, ma soltanto di restrizioni e gli operatori sono stati invitati a regolarizzare la propria situazione: esistono ancora alcune questioni che dovranno essere chiarite a breve per garantire condizioni di parità tra gli operatori.
Ma si tende a sottolineare che non pare si presenti il timore che tali limiti e restrizioni pubblicitarie possano agevolare la diffusione del gioco illegale.
Dopo l’Olanda ed il Belgio si passa alla Francia dove si intende intrattenere, al contrario di alcuni Paesi che vietano e limitano in modo estremamente severo la pubblicità, la possibilità di mantenere aperte alcune situazioni.
Infatti, non si crede assolutamente nel divieto totale della pubblicità che secondo l’Anj, Atorité Nationale des Jeux dovrebbe essere “secondario” ad un rafforzamento generale del quadro normativo esistente attualmente che propone un piano d’azione molto ambizioso e che prevede una stretta supervisione della pubblicità degli operatori di gioco.
Un mercato del gioco in costante crescita
Dunque, inserimento di Linee Guida sulle partnership sportive, sui premi tipo bonus e freebet, firma di professionisti della pubblicità ed operatori di carte d’impegno: soltanto che considerata la crescita del mercato e l’aumento dei giocatori problematici servirebbe probabilmente vietare la pubblicità del gioco durante le partite, cinque minuti prima del calcio d’inizio, fino a cinque minuti dopo il fischio finale. In Francia si teme che una mancata visibilità dell’offerta legale potrebbe favorire il ricorso ad offerte di gioco illecite.
D’altra parte, la cosa che appare chiara a tutti i Paesi è che il giocatore è “molto effimero” e si dirige verso il miglior offerente e quello che lo coinvolge di più nella speranza di una possibile vincita!
Alla fine, ma non certo per la sua poca importanza, si guarda al Regno Unito e sopratutto al punto di vista del Dcsm, Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport: in quella realtà territoriale esistono regole piuttosto intense per garantire che la pubblicità del gioco sia socialmente responsabile e laddove la Premier League si è impegnata “personalmente” a vietare la sponsorizzazione sulle magliette dei calciatori del gioco d’azzardo, dalla fine della stagione 2025-2026.
Un Gioco sano non è per nulla aggressivo
Si stanno inserendo anche nuove regole per andare a contrasto dell’aggressività da parte degli operatori del gioco che potrebbero mettere nel proprio “obbiettivo” i clienti che mostrano segni di rischio: proprio lì si stanno introducendo interventi mirati sulla pubblicità sopratutto dei bonus come scommesse gratuite che potrebbero incoraggiare a spendere di più di quanto “possibile”.
A concludere, nel Regno Unito si stanno progettando prodotti più sicuri e controlli sui rischi finanziari per impedire perdite che potrebbero “cambiare la vita”.
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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