Occhi sul Regno Unito per migliorare il nostro gioco d’azzardo
Spesso si sottolinea che per quello che riguarda il mondo dei giochi indiscutibilmente il Regno Unito ha quasi sempre qualcosa di interessante da dire e da far apprendere a coloro che magari con quel mondo non hanno proprio un bel rapporto ritenendolo forse un settore “delinquenziale”.
E quando si manifesta questo specifico interesse nei confronti di cosa viene fatto in quella realtà, e si esprimono riflessioni e pareri totalmente positivi, non lo si fa sicuramente perché si è esterofili, anzi tutt’altro.
Ma, nel contempo, “ci piace” sottolineare l’impegno e la profusione di estrema attenzione che nel Regno Unito vengono messi in campo per sostenere “senza alcuna paura” un comparto senz’altro difficile, a volte anche rischioso, ed estremamente delicato anche per quanto, in ogni caso, lo stesso “produce” come introiti per il Governo: anche là sono sicuramente ragguardevoli e forse persino e sopratutto per questo si mettono in atto strategie e “buone pratiche” per tutelarlo e difenderlo dai suoi detrattori britannici che comunque esistono anche in quella realtà.
Il Libro Bianco sempre fonte d’ispirazione
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Ecco perché alcune informazioni inserite nel Libro Bianco, famoso e riconosciuto anche nel nostro Paese, suscitano l’attenzione di chi scrive e si vorrebbe che almeno in parte anche qui sull’italico territorio finalmente si arrivasse a prestare attenzione a questo mondo scintillante, ma non effimero: forse anche pericoloso perché comporta parecchio “giro di danaro” che ovunque suscita interesse da parte della criminalità organizzata, dalla quale ci si può difendere mettendo in atto le famigerate “buone pratiche” di uso ricorrente nella gestione del settore ludico e delle sue più che innumerevoli imprese.
Dunque, si può affermare che lo scorso anno nel Regno Unito il rilascio del Libro Bianco con le consulenze che poi sono seguite, è risultato essere l’evento più rilevante per il gioco anche perché nelle sue righe altri Governi, molto probabilmente, trarranno spunti per applicarli nelle Linee Guida che vengono tracciate per questo settore ovunque, o quasi.
Infatti, se si vuole guardare al gioco nella sua globalità non si può evitare di pensare che quanto contenuto nel citato Libro Bianco avrà senza dubbio impatto al di là dei confini britannici: così si vuole aggiungere un altro argomento che apparentemente sembra un tema di nicchia, me che invece potrebbe consegnare sorprese se si guarda al lungo termine.
E l’argomento che “ci piace” sfoderare è quello del Terzo Settore, quello delle organizzazioni senza scopo di lucro che offrono servizi di prevenzione e sopratutto di terapie di recupero per i giocatori più vulnerabili o che hanno giocato troppo nei migliori casinò fisici terrestri del Regno Unito.
Anche il settore dei Giochi è impegnato nel Sociale
Naturalmente non si vuole fare alcun paragone con l’operato del nostro Terzo Settore sempre estremamente impegnato nel sociale, ma si vuole sottolineare che nel Regno Unito è forse molto più sviluppato ed apprezzato per le varietà di servizi che riesce a proporre.
Un servizio estremamente importante per quello che riguarda il gioco è il telefono di supporto, al quale si aggiungono l’informazione e l’educazione dei minorenni sui rischi che potrebbero discendere dal gioco.
Ed ancora servizi per la ricerca, l’educazione pubblica e quella del personale addetto ai punti di gioco: inoltre, gruppi di terapia e supporto per i casi più difficili e complicati anche dei centri di recupero.
Le organizzazioni del Terzo Settore intrattengono un ottimo rapporto con le aziende del settore con cui instaurano progetti di collaborazione e di ricerca ed usufruiscono dell’accesso diretto nei punti di gioco al fine di analizzare da vicino i comportamenti dei consumatori, sempre con particolare riguardo a quelli più a rischio: comportamenti che vanno valutati in risposta ai diversi prodotti di gioco, alle campagne di marketing ed agli strumenti di controllo nei prodotti di gioco.
Un volontariato che funziona alla grande
Da tenere presente che il finanziamento di queste attività sociali è stato sino ad oggi volontario e conseguente alla sollecitazione delle aziende di gioco per effettuare donazioni direttamente a queste organizzazioni con scelta discrezionale.
Ma ricollegandoci al famoso Libro Bianco si deve tenere presente che propone un nuovo modo di finanziamento che forse potrebbe essere mutuato anche all’organizzazione del gioco italico.
Si “obbligherebbero” tutti i concessionari a versare una specie di tassa annuale circa dell’1% che verrebbe versata ad un Fondo gestito attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (Nhs), cosa che sembrerebbe davvero una soluzione ideale ed ovviamente iniziativa ben accolta dal Terzo Settore: riuscirebbe ad entrare in possesso di una sicurezza economica che permetterà di non dover organizzare raccolte fondi per assicurare la sopravvivenza delle organizzazioni e potersi invece concentrare sulla “missione principale” e poterla pianificare a lungo termine.
Anche il Servizio Sanitario Nazionale scende in campo
Però, forse potrebbe anche presentare una sorta di “lato oscuro” allontanando il Terzo Settore da quello del gioco: una separazione provocata dal fatto di non dover più fare i salti mortali per raccogliere fondi, ma verrebbe senza alcun dubbio “incoraggiata” dal Servizio Sanitario Nazionale che deciderà la distribuzione dei fondi.
Servizio Sanitario Nazionale estremamente sospettoso per tradizione nei confronti del Terzo Settore e critico sui risultati di qualsiasi cooperazione lo stesso vada ad intrattenere.
Troppo spesso lo stesso Servizio mette in discussione l’integrità delle ricerche fatte sul gioco d’azzardo e mette in dubbio qualsiasi partecipazione: purtroppo gli stessi dubbi esistono anche da parte delle istituzioni del Terzo Settore e nei confronti del Servizio Sanitario considerato che il Terzo settore si occupa maggiormente degli effetti negativi del gioco d’azzardo che potrebbero essere minimizzati od addirittura negati dal settore commerciale.
Il settore Britannico del gioco d’azzardo è sempre ai massimi livelli
Insomma, regna una forma di sfiducia reciproca e così instaurare un rapporto di finanziamento potrebbe risultare piuttosto difficoltoso. Ma d’altra parte il mercato britannico, forse diversamente da altri mercati a livello europeo, ha visto e ben condiviso una collaborazione stretta tra il settore commerciale del gioco d’azzardo ed il Terzo Settore che spesso viene tirata in ballo in termini di gioco responsabile.
Però può essere che la formula di una tassa, come proposta nel Regno Unito, potrà servire come modello da prendere in considerazione per gli altri mercati che a tutt’oggi non hanno pensato minimamente ad un simile approccio, tranne forse in Australia.
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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