I luoghi sensibili tengono in ostaggio il Gioco pubblico
Ultimamente, purtroppo, si sono fatte sentire di nuovo, ed anche con un certo clamore, alcune pronunce da parte di diversi TAR: pronunce che hanno ricominciato a decidere sull’interpretazione dei cosiddetti “luoghi sensibili” in applicazione delle Leggi Regionali “capestro” ed ostili sicuramente a tutte le attività di gioco che da nord a sud del nostro Stivale rappresentano la legalità di Stato: norme con le quali, purtroppo gli addetti ai lavori devono confrontarsi quotidianamente.
E ciò accade nonostante questa normativa oggi risulta essere decisamente obsoleta, ma che continua a tenere in ostaggio il gioco pubblico ed i suoi operatori. Dunque, con immenso “dispiacere” e con una certa frequenza si è ritornato a parlare del famigerato “effetto espulsivo” e quindi del distanziometro: e, conseguentemente, anche dei cosiddetti luoghi sensibili il cui elenco si allunga sempre di più ed a volte anche in assenza di una certa coerenza, sperando che nel futuribile riordino nazionale dell’intero settore ludico si possa davvero intervenire definitivamente declinandone quelli “essenziali”.
Luoghi sensibili che dovrebbero, però, essere uguali per tutti i territori ed ovunque applicati con omogeneità. Ecco spiegato il motivo per il quale oggi si intende andare a “curiosare” nelle pronunce di un paio di TAR per vedere come vengono tenuti in considerazione appunto i cosiddetti “luoghi sensibili” da parte dei Giudici e da cosa sono nella realtà rappresentati.
La prima pronuncia di cui si vorrebbe riferire è relativa al Consiglio di Stato che ha confermato l’ordinanza con cui il TAR Piemonte ha negato ad un bar una nuova installazione di apparecchi da gioco essendo lo stesso punto in cui si offre anche gioco vicino a “luoghi sensibili”.
Sembra non esserci rischio imminente
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Il ricorso presentato dall’esercente non è sostenuto dal requisito di “rischio imminente” nel quale lo stesso gestore incorrerebbe qualora si rifiutasse da parte del TAR (come poi avvenuto) il consenso alla reinstallazione degli apparecchi di gioco. E, quindi, tale diniego non sarebbe da considerarsi un grave danno in considerazione della natura prettamente economica del pregiudizio prospettato ed in relazione all’esercizio preponderante, cioè l’attività di bar.
E non solo questo: infatti, nel ricorso non viene allegata alcuna documentazione od un qualsiasi altro elemento in grado di dimostrare quanto siano determinanti per la stessa attività di bar gli introiti provenienti dalle apparecchiature di gioco delle quali si nega assolutamente un nuovo posizionamento.
Insomma, secondo i Giudici del CdS si deve tenere presente e deve prevalere in questa fase l’interesse pubblico nel sostenere il contrasto al gioco problematico, fenomeno nel quale si potrebbe incorrere qualora gli stessi apparecchi da intrattenimento fossero tenuti in attività, e quindi in funzione ed accesi, presso l’attività del bar del ricorrente che si trova nelle vicinanze di “luoghi sensibili” e ciò in forza della Legge Regionale del Piemonte del 2021.
Dalla Regione Piemonte, poi, “ci piace” passare all’Emilia-Romagna, già realtà territoriale nella quale il gioco pubblico, ad esempio i siti di gioco online con bonus e promozioni sicure ed affidabili, non è proprio un settore “graditissimo” alle varie Amministrazioni e per il quale la Legge Regionale ha norme estremamente restrittive.
Alcune Norme vengono messe in discussione
Norme che vengono molto spesso messe in discussione dagli addetti ai lavori a mezzo dei tanti ricorsi presentati davanti ai TAR di pertinenza. E qui si parla di una notizia recente, datata 23 aprile scorso, e che riguarda un concessionario di gioco con un esercizio situato nella vicinanza di scuole dell’infanzia ritenute “luoghi sensibili” e catalogate tra le scuole di “ogni ordine e grado”, dalle quali sono esclusi gli asili nido.
In questa “diatriba” serve sottolineare che il ricorrente ha già ricevuto sin dal febbraio 2019 la comunicazione della mappatura comunale che evidenzia la vicinanza della sala giochi di pertinenza dello stesso concessionario ad una scuola dell’infanzia: da ritenersi, come già accennato, tra i luoghi sensibili ai sensi dell’art.6 della Legge Regionale del 2013.
A seguito di ciò, il Comune di Bologna aveva ordinato la chiusura o la delocalizzazione della stessa sala giochi, da effettuarsi entro i successivi sei mesi, visto e considerato che dai controlli effettuati sulle distanze era emerso che il punto di gioco era troppo vicino appunto alla già citata scuola dell’infanzia.
Ma trascorsi i termini di legge, ed anche quelli successivi intervenuti a seguito della normativa relativa allo stato di emergenza per il coronavirus -il cosiddetto Decreto Cura Italia- la sala è risultata ancora in piena attività: stato di cose che ha suggerito e spinto il Comune di Bologna ad avviare un nuovo procedimento di chiusura, seguito da un ulteriore atto amministrativo del medesimo Comune. Infine, si sottolinea anche che la ricorrente oggi risulta aver presentato la domanda di delocalizzazione presso altro comune ed ha già ottenuto le proroghe previste dalle disposizioni regionali.
Purtroppo il Gioco ne esce sconfitto
Dopo questi “due racconti” che vedono le attività di gioco “soccombere” alle Leggi Regionali, ai distanziometri, ed ai cosiddetti “luoghi sensibili” cosa si potrebbe ancora aggiungere? Che le attività ludiche non possono effettuare i propri percorsi commerciali a causa di questi “strumenti” che impediscono anche ai concessionari di gioco di rappresentare la legalità sul territorio?
Ed allora a che cosa serve avere una concessione di gioco -peraltro pagata profumatamente– se poi lo Stato, con le sue diverse Amministrazioni delocalizzate, non mette in condizioni i propri addetti ai lavori di continuare a proporre l’offerta del gioco pubblico?
Purtroppo, in questi anni e con la presenza delle tante Leggi Regionali (“capestro”) è una domanda che ci si pone anche troppo frequentemente: ma alla quale non si riesce a dare una risposta “pratica”.
Tutti aspettano il Riordino dei Giochi
Ed anche qui si spera che il futuribile riordino di tutti i giochi possa mettere un punto fermo ben definito che possa mettere le “Riserve di Stato” in condizione di adempiere al proprio compito e sperando che chi inizierà la ristrutturazione del mondo ludico la studi e la metta in pratica rispettando gli interessi di tutti i suoi protagonisti, grandi medi o piccoli che siano, e che non si pensi ad un intervento proiettato a curare soltanto quelli dello Stato e nell’interesse degli introiti delle casse erariali…
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
Gioco Responsabile e Sicuro