I Concessionari di Gioco devono attuare controlli stringenti per la sicurezza
Quando nel tempo si continua a ribadire e sottolineare che il concessionario di gioco è un compito importante e severo poiché consente di rappresentare la legalità sul territorio e la salvaguardia della salute dei giocatori non si esagera di certo.
Il compito ed il “lavoro” di coloro che operano nel mondo dei giochi con un titolo autorizzativo, come lo è la concessione, devono sottostare a regole ben precise e dettami impegnativi proprio perché rappresentano lo Stato e l’offerta dei suoi prodotti legali di gioco.
Quindi, non esistono deroghe a tali comportamenti tra i quali staglia quello forse tra i più importanti che è il controllo del concessionario sull’operato dei propri gestori sui punti di gioco che fanno capo allo stesso concessionario: infatti, le concessioni in materia di gioco contengono disposizioni rigorose fondate proprio sulla relativa possibilità di poter essere eluse, cosa particolarmente rilevante in un settore al quale si attribuisce un’importante rilevanza.
La Sicurezza va sempre tutelata
Indice dei Contenuti
Importanza strategica da riferirsi alle ragioni attinenti come detto alla tutela della sicurezza pubblica ed al contrasto del fenomeno del gioco problematico oltre alle note ragioni relative agli introiti per le casse erariali che per quanto riguardano il gioco pubblico sono sempre stati “importanti”.
In assenza del rispetto delle norme inserite nei rapporti tra i gestori ed i concessionari ne va della decadenza del titolo autorizzativo: ed è esattamente questo l’indirizzo che ha assunto la sentenza del Consiglio di Stato laddove ha confermato la decadenza dell’autorizzazione a carico di un concessionario per aver proprio violato il “dovere di vigilanza” nei confronti di un suo punto di gioco.
Per essere più chiari, però, si vuole raccontare la storia che attiene questo gestore (che faceva capo al concessionario considerato “decaduto”) che svolgeva un’attività di raccolta scommesse parallela a quella legale, effettuando una raccolta irregolare per un bookmaker non autorizzato.
Per i Giudici del Consiglio di Stato appare provata la violazione del dovere di vigilare da parte del concessionario sulla raccolta del gioco con modalità diverse da quelle autorizzate.
Scommettere sempre in modo responsabile e sicuro
Modalità non addebitabili unicamente al gestore del punto di raccolta che risultava, in ogni caso, connesso al sistema telematico e che poteva ricevere scommesse soltanto in quanto collegato con quegli stessi terminali.
In forza di quanto previsto della convenzione allegata alla concessione, lo stesso concessionario è tenuto ad assicurarsi che i gestori della propria filiera abbiano un comportamento corretto ed adeguato ai rapporti sottoscritti: laddove si determina la piena responsabilità del comportamento dei gestori da parte del concessionario, impegno discendente dagli obblighi di quest’ultimo di vigilanza e di controllo.
Dunque, proprio in forza di questi principi, il Consiglio di Stato ha deciso di respingere l’appello proposto dal concessionario per la raccolta delle scommesse sportive online su eventi ippici e sportivi per la riforma di una sentenza del TAR Lazio che aveva confermato il provvedimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che a s,ua volta, aveva dichiarato decaduto il titolo autorizzativo limitatamente a quel punto di gioco.
Decisione dei Giudici di quel TAR emessa nei confronti del concessionario proprio per aver consentito, non avendo effettuato il debito controllo, che nel medesimo punto avvenisse la raccolta abusiva di scommesse: tale decadenza da ritenersi del tutto giustificata era da attribuirsi prima di qualsiasi altra considerazione alla condotta dell’appellante concessionario, e questo secondo il parere del TAR.
Un provvedimento per regolare al meglio il mondo delle Scommesse
Provvedimento che si fondava sul fatto che il concessionario non si sarebbe accorto che nel punto dove si svolgeva la raccolta regolare delle scommesse per suo conto, si svolgeva dal 2013 una attività parallela di raccolta irregolare per una società in quel momento priva di concessione ed avrebbe mancato di informarne l’Agenzia come previsto da uno specifico articolo della convenzione allegata alla concessione di gioco.
E decadenza del titolo autorizzativo da imputarsi anche alla mancata raccolta del gioco legale che avrebbe dovuto verificarsi presso quel punto che si era protratta per oltre novanta giorni.
I Giudici del CdS, nella loro pronuncia, ad un certo punto hanno voluto rimarcare l’importanza della filiera del gioco pubblico, come anche le peculiarità che insistono sia sul gestore del punto di gioco che sullo stesso punto ludico: in effetti, l’autorizzazione all’attivazione della rete ed all’esercizio dei punti di vendita dei giochi che viene rilasciata al concessionario discende dal riscontro di una serie di requisiti relativi sia all’esercente del punto vendita che allo stesso esercizio commerciale.
Le verifiche messe in campo da ADM
Riscontro che deve essere mantenuto e monitorato nel tempo dal concessionario e che prima viene effettuato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli mediante apposite verifiche: termini che emergono dal contratto di commercializzazione.
Per quanto riguarda poi il punto vendita, e l’avvenuta sua autorizzazione, viene sottoposto alla verifica ed al controllo di ADM in relazione ai requisiti stabiliti, Agenzia che può anche emettere provvedimenti sanzionatori a seguito di verifica: inoltre il concessionario, sempre per contratto, è tenuto a garantire la continuità del servizio di raccolta delle scommesse, presso il singolo punto di vendita.
L’interruzione del servizio per un periodo superiore ai 30 giorni per i punti di gioco che raccolgono scommesse sportive determina la decadenza di ogni e qualsiasi diritto derivante dalla concessione.
Poste tutte queste specificazioni e dettagli sulla “storia” che oggi si è voluta raccontare si deve terminare aggiungendo che il Collegio del CdS sul piano generale ha rilevato profili di contraddizione nelle argomentazioni poste a difesa del concessionario.
Il settore dei Giochi non è affatto di semplice gestione
Il più rilevante è quello dove si nega da un lato che si siano realizzati illeciti, mentre dall’altro si esclude un dovere specifico di controllo da parte del concessionario nei confronti dei gestori della propria filiera.
E non si può negare evidentemente che questi profili nettamente contraddittori sono apparsi del tutto significativi e rilevanti come osservato sempre dalla medesima Sezione del Consiglio di Stato in contenziosi analoghi: a tal fine i Giudici suggerivano la lettura della sentenza della VII Sezione del CdS n. 7510/2022.
E poi si dice che lavorare nel gioco è semplice, poco controllato, effimero… da quanto esposto in queste righe non sembra proprio, anzi. Il gioco appare soggetto a norme più che rigorose!
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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