Gioco d’azzardo legale: Basta parlare sempre di crisi
Anche chi scrive, non per mancanza di rispetto per coloro che ancora ci leggono, è stato portato a sottolineare spesso quanto il mondo dei giochi sia attualmente in crisi e che quanto si sia fatta sentire l’onda lunga del periodo pandemico procurando senza dubbio un periodo di forte incertezza tra gli operatori di questo comparto ludico tanto discusso ed a volte osteggiato.
Questo dire, di fatto, si dissocia in ogni caso dagli introiti e dai vari movimenti del mercato che consegnano un settore in ripresa e che riesce a mantenersi al livello della pre-emergenza: cosa che sostanzialmente non può autorizzare a pensare, in modo forse anche troppo superficiale, che il sistema-gioco debba considerarsi in una crisi perenne accompagnata da un “buio totale” che fa da cornice alle varie attività commerciali.
Dunque, ritornando in parte sui passi che si sono susseguiti su questo argomento, servirebbe fare un salto indietro e valutare serenamente il periodo post-pandemico che tutte le imprese hanno passato.
Periodo che, comunque, senza dubbio ha coinvolto maggiormente il settore del gioco terrestre che è stato costretto ad una totale chiusura per un tempo così lungo che, a posteriori, si potrebbe definire assolutamente ingiustificato.
Due categorie ben distinte
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Ma, per correttezza oggi bisognerebbe aggiungere che il gioco e le sue attività si possono distinguere in due categorie ed in due “scelte di pensiero” e che, in diverse maniere, sono state portate ad interpretare la nuova normalità che si è presentata agli occhi di tutti i cittadini, privati ed imprese, ma anche e forse sopratutto portati alla valutazione del modo d’uso che si è applicato nel divertirsi e nelle scelte che si è stati costretti a volte a fare che hanno cambiato automaticamente gli introiti degli esercizi di gioco.
Di certo la prima osservazione che può venire in mente è ovviamente quella che il gioco terrestre abbia subito senz’altro un abbassamento dei propri introiti rispetto al gioco online che, invece, ha avuto una “lievitazione” al di sopra di ogni aspettativa.
Quindi, se sono cambiati gli scenari e gli introiti, sono cambiate indiscutibilmente le menti dei giocatori che hanno vissuto il momento del gioco in modo diverso dal momento che si è presentato il periodo emergenziale. Ma serve anche sottolineare che non tutto il “dislivello economico” è da imputarsi soltanto al periodo pandemico.
Esiste un Pre ed un Post Coronavirus
E ciò poiché esiste anche un “dopo Coronavirus”: ci si riferisce alla ripresa della normalità e delle attività che è stata concepita da ognuno secondo il proprio personale punto di vista, ed è proprio per questa “esistenza del dopo Coronavirus” che ci si trova a confrontarsi con diversi modi di interpretare ciò che è accaduto.
Quindi, con aziende che accettano il cambiamento, lo comprendono e cercano di gestirlo al meglio, e quelle che ancora oggi si domandano cosa mai sia successo. Ma questo ben inteso non porta assolutamente a parlare di crisi, ma di certo ci porta a parlare di un periodo piuttosto esteso di insicurezza e di instabilità.
Ed ecco perché ci si ricollega al pensiero che quello che si definisce crisi del mondo dei giochi forse sarebbe davvero da reinterpretare e non perché non sia realistico che ancora oggi il gioco, e special modo quello terrestre, stia cercando di riconquistare il proprio spazio commerciale.
Ma soltanto per rendersi conto che senza dubbio il comparto ludico, compresi anche i migliori bookmakers italiani ed i siti legali ADM di scommesse sicure sullo sport del nuoto, ha avuto un potente scossone economico difficile forse da rimettere in piedi, ma che sta affrontando con la grinta che lo ha sempre contraddistinto, anche nei periodi peggiori passati recentemente.
Il Gioco deve ancora combattere con l’instabilità
D’altra parte, non si può negare che a parte il periodo pandemico sono anni che nel sistema-gioco si è costretti a convivere quotidianamente con l’instabilità e con l’insicurezza. Aspetti che troppo spesso sono da attribuire a quella valanga di normative emesse dai vari territori che hanno “cambiato le regole del gioco mentre si stava giocando” e ci pare davvero una frase più che azzeccata: infatti per questo le attività di gioco, le cosiddette “Riserve di Stato”, si sono trovate con le proprie concessioni “inutilizzabili”.
Tante imprese sono state addirittura espulse dai territori di competenza e questo è indiscutibile che non si possa far risalire al Coronavirus, e quindi al periodo pandemico, ma soltanto ad una mala gestione della normativa che in alcune Regioni è stata decisamente contro ogni forma di gioco pubblico!
Ma il mercato del gioco, nell’ultimo periodo, non si può dire che faccia “particolari bizze” e riesce ad essere inserito nella nuova normalità: soltanto quello internazionale ha avuto dei momenti di flessione ma dovuto più che altro al Decreto Dignità con il suo divieto della pubblicità ai giochi ed alle scommesse che ha “impedito agli investitori stranieri” di credere ancora nel gioco italico sul quale oggi risulta “incerto” investire non essendoci certezze a breve termine e vedendo che questo divieto ha senz’altro scatenato una “leggera maretta” tra il comparto del gioco e quello dello sport creando “scompiglio ed interrogativi” commerciali e di conseguenza economici.
Il mondo ludico italiano ancora in forte disagio
Quindi, il risultato è che diversi elementi hanno portato disagio nel mondo dei giochi: senz’altro il primo da attribuirsi al cambio di abitudini anche nel divertimento, poi hanno subito variazioni “per cause di forza maggiore” anche la frequenza di consumo ed il livello economico disponibile per l’intrattenimento: ma a prescindere da tutto per questo forse non si può parlare davvero e sempre di crisi il cui termine forse andrebbe reinterpretato non come una situazione in cui esistono sempre emergenze continue che continuano a susseguirsi senza sosta, ma si deve tradurre in una svolta, un cambiamento, una nuova modalità di vita.
Ed ecco che qui ci si ritrova a valutare con tutto ciò che è accaduto e che ci contorna oggi dei nuovi parametri di normalità piuttosto che di negatività incessante: ed anche se il nero è un colore che personalmente piace, non è vero che sia tale né il presente né il futuro del mondo dei giochi. Ed il futuribile riordino nazionale dell’intero settore ludico è di certo qualcosa di “radioso” che si affaccia nel cammino del gioco pubblico: e non è certamente poco!
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Il Gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica Gioca Responsabilmente |
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Vanessa Maggi Giornalista |
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Vanessa Maggi è la nostra Giornalista di punta che coordina e scrive per la redazione di Casinoonlineaams.com. Spinta da una grande passione per il mondo dei giochi su internet, ricerca sempre notizie legate al mondo ludico per farti stare informato su tutto quel che riguarda questo mondo. La sua passione per questo lavoro è davvero invidiabile. La contraddistingue una grande tenacia nella ricerca della verità. |
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